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Dalla Facoltà alla Scuola

LA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA


Le origini dell'Ateneo fiorentino risalgono al Trecento. Per circa un secolo e mezzo si ebbe una vivace fioritura di studi giuridici fino a quando nel XV secolo la politica medicea, tendente ad allontanare dalla città capitale gli studenti perché ritenuti troppo turbolenti, favorì in ogni modo gli Atenei eccentrici di Pisa e di Siena.

Dopo questa data la cultura giuridica della città, pur caratterizzata da momenti di notevole vivacità, si espresse al di fuori di una specifica organizzazione universitaria. Nel 1472, infatti, la Facoltà giuridica, dove pure avevano insegnato giuristi di grande fama, quali Angelo degli Ubaldi ed Antonio da Butrio, venne soppressa. Nel periodo granducale e per tutto il settecento fino a Pietro Leopoldo restano in vita soltanto, entro lo Studio fiorentino, cattedre di 'istituzioni civili' e 'istituzioni criminali', e ancora nel 1859 questi due insegnamenti giuridici vengono impartiti entro il Liceo fiorentino creato nel 1853 da Leopoldo II. Continua però a mancare un organico insegnamento giuridico a livello universitario.

Con l'unità d'Italia si tenta di introdurre a Firenze, se non una vera e propria Facoltà giuridica, un corpus di studi giuridici di livello universitario, grazie all'istituzione di una 'sezione di studi legali' del nuovo 'Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento': se però l'Istituto si mantiene in vita fino al 1924, giovandosi spesso della collaborazione di studiosi illustri, la città è sostanzialmente priva di insegnamenti giuridici di alto livello.

Perché in Firenze si potessero avere studi giuridici a livello universitario occorre attendere il 1924 quando, nell'ambito della Università di Firenze, venne istituita la Facoltà di Giurisprudenza. Ciò permette l'affermarsi, entro l'area culturale della città, di un sapere giuridico di ampio respiro che, venuto a maturazione negli anni compresi tra le due guerre, lascerà importanti e feconde tracce anche per il secondo dopoguerra, quando la Facoltà riprese vita nella sede di via Laura. Si pensi al ruolo del pensiero e dell'insegnamento di giuristi quali Piero Calamandrei, per il diritto processuale civile, Federico Cammeo e Giovanni Miele, per il diritto amministrativo, Enrico Finzi e Salvatore Romano, per il diritto privato, Francesco Calasso e Pietro D'Avack, per il rinnovamento metodologico negli studi storico-giuridici e canonistici, Vincenzo Del Giudice, per il diritto ecclesiastico, Giorgio La Pira e Gian Gualberto Archi, che furono antesignani per le loro ricerche sul metodo della giurisprudenza romana, e sulla cultura giuridica dell'età giustinianea, Paolo Barile, un fondatore della costituzionalistica repubblicana.

Gli attuali Dipartimento di Scienze giuridiche e Scuola di Giurisprudenza sono i diretti eredi di questa tradizione: molti dei loro docenti sono stati allievi di maestri che abbiamo ricordato, sul filo di una continuità che è capace di rinnovarsi e di guardare al futuro.


LA SCUOLA DI GIURISPRUDENZA


Dal 1 gennaio 2013 cambia il volto dell'Università. Da questa data infatti entra in funzione la nuova organizzazione, disegnata dalla legge 240/2010 e definita nello Statuto dell'Ateneo.

I Dipartimenti sono le strutture organizzative fondamentali per lo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative, per il trasferimento delle conoscenze e dell'innovazione. I nuovi Dipartimenti differiscono dai precedenti per le competenze più ampie e per il numero dei loro componenti. L'Ateneo ha individuato 24 Dipartimenti.

Due o più Dipartimenti istituiscono la Scuola, struttura di raccordo per coordinare le attività didattiche e la gestione dei servizi dei corsi di laurea. Nessun cambiamento per quanto riguarda i corsi di studio, che rappresentano l'elemento di continuità tra l'Ateneo prima e dopo la riforma.

Ultimo aggiornamento

08.09.2015

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